Picnic sul ciglio della strada. Il laboratorio teatrale di Asinitas con DOM-

4 marzo 2025 – Asinitas
Il laboratorio con DOM- inizia aprendo un enorme tessuto di 144 metri quadrati in mezzo alla classe. Quando hanno messo quel grande pezzo di stoffa al centro della stanza e ci hanno chiesto: “Cosa vi ricorda?”, per me era come se avessero messo davanti ai miei occhi un cadavere avvolto in un sudario. Il sudario, quel tessuto che in Iran rappresenta la fine della vita, qui, in modo paradossale, è diventato il punto di partenza per un’esperienza straordinaria. Tutte insieme ci siamo messe al lavoro e abbiamo steso il tessuto nella stanza; un movimento collettivo che ha riempito lo spazio e ci ha portate in una “zona” sconosciuta.
Ma perché ho detto “sudario”? È stato uno scivolone della lingua? Pronunciare “sudario” ha sorpreso anche me stessa. Perché? Perché quel mucchio di stoffa a strati, quel silenzio misterioso e lo stupore dei partecipanti hanno risvegliato in me un sentimento profondo e pesante di morte e vita. Quel momento non è stato solo un’osservazione; era come se il mio inconscio mi avesse riportato al passato. Mi è venuta in mente mia nonna, una donna di fede, che ogni anno tirava fuori il suo sudario e chiedeva a noi nipoti di avvolgerlo intorno a lei. Poi lei, con gli occhi chiusi, ci restava dentro per un po’. O mio padre, che ogni volta comprava un sudario per sé, ma finiva per doverlo mettere su uno dei suoi figli e seppellirlo. Quel tessuto era uno specchio in cui ho visto il mio passato e mi sono chiesta: “Dove mi trovo nel mondo?”. I primi minuti di quell’esperienza sono stati uno shock che mi ha travolta.
Con la distribuzione di appunti e le spiegazioni di Leonardo e Valerio, è iniziata un’esperienza chiamata “Concerto del corpo”: una parte del laboratorio che, con suoni, ombre e luci, ci ha portati in un viaggio sensoriale. Ognuno di noi si è seduto in un punto del tessuto dove si sentiva a suo agio. Il sussurro dell’orologio di Francesca mi ha fatto tornare in mente le scintille di un fuoco sulla spiaggia di notte in Iran; un ricordo lontano che si è fatto improvvisamente vicino. O l’esperienza di ombre e luci con gli occhi chiusi, che mi ha riportata a una notte di luna piena, quando un amico mi ha svegliata per mostrarmi l’ombra degli alberi sotto la luce della luna; come i sogni di Hirayama nel film “Perfect Days” di Wim Wenders. In quel momento mi sono lasciata andare. Il tempo è rallentato e io mi sono immersa, senza opporre resistenza, ho goduto di tutto, fino al punto che il contatto con i miei piedi nudi non mi dava più fastidio. L’esperienza di queste sensazioni è stata molto diversa per me, sia come persona sdraiata sia come persona che “suonava” un concerto sul corpo di un altro. Due mondi completamente diversi!
E quando Victoria, alla fine del laboratorio, triste per la fine del tempo, ha detto “No!”, gli “stalker” Leondardo e Valerio hanno ricevuto la loro ricompensa.
Tornata a casa, ho guardato il film “Stalker” di Tarkovskij e sono rimasta ancora più stupita; era come se il laboratorio e il film si fossero intrecciati, portandomi ancora più in profondità dentro me stessa. L’inizio di un risveglio della fede, delle grandi forze dentro di noi; come lo spostamento dei bicchieri da parte di Patricia, forse una metafora dei nostri poteri nascosti. Provare a essere “stalker” che nei giorni più bui del mondo ci offrono una strada luminosa, anche se stretta.
Zara Kian
کارگاه جدید تیاتر یا شروع یک سفر معنوی برای شرکت کنندگان .
سفری که با باز کردن یک پارچه عظیم ۱۴۴ متری در میان کلاس آغاز شد. وقتی آن حجم پارچه را وسط اتاق گذاشتند، و پرسیدند شما رو به یاد چه چیزی می اندازه؟!!
برای من گویی جنازهای کفنپیچشده را پیش رویم قرار داده بودند. کفن، آن پارچهای که در فرهنگ ما نماد پایان زندگیست، اینجا به شکلی پارادوکسیکال نقطه شروع یک تجربه شگفتانگیز شد. همه با هم دست به کار شدیم و پارچه را در اتاقی محدود پهن کردیم؛ حرکتی جمعی که به زیبایی توانست فضا را تسخیر کند و ما را به «منطقه»ای ناشناخته ببرد.
اما چرا گفتم: «کفن!» آیا یک لغزش کلامی بود !!
بر زبان آوردن« کفن »خودم را هم غافلگیر کرد. چرا؟ چون آن حجم پارچه چندلایه، آن سکوت رازآلود و حیرانی شرکتکنندهها، حسی عمیق و سنگین از مرگ و زندگی را در من زنده کرد.
این لحظه برایم تنها یک مشاهده نبود؛ گویی ناخودآگاهم مرا به گذشتهام پرتاب کرد. به یاد مادربزرگ مومنم افتادم که هر سال کفنش را باز میکرد و از ما نوهها میخواست که آن را دورش بپیچیم. و سپس او با چشمان بسته مدتی در آن میماند!!
یا پدرم که هر بار کفنی برای خودش تهیه کرد و مجبور شد آن را بر تن یکی از فرزندانش کند و به خاک بسپارد !!!
آن پارچه آینهای بود که گذشتهام را در آن دیدم و پرسیدم: «کجای جهانم؟» تجربه ی دقایق ابتدایی، شوکی بود که مرا در خود فرو برد !!
با توزیع یادداشت ها و توضیح های لئوناردو و والریو
تجربهای به نام «کنسرت بدن» شروع شد؛ بخشی از کارگاه که با صداها، سایهها و نورها، ما را به سفری حسی برد. هر کدام از ما جایی در آن منطقهی پارچهای نشستیم که احساس راحتی میکردیم.
زمزمه ی صدای ساعت فرانچسکا در گوشم برایم جرقههای آتش کنار ساحل ایران را زنده کرد؛
خاطرهای دور که بسیار نزدیک شد.
و یا تجربه سایه و نور با چشمان بسته، مرا به شبی مهتابی برد که دوستم مرا از خواب بیدار کرد تا سایه ی درختان را در شبی مهتابی نشانم دهد؛
مثل خواب های« هیرایاما »در فیلم «روزهای عالی» ویم وندرس!!
در آن لحظه خودم را رها کردم. زمان کند شد و من در یک غوطهوری شیرین فرو رفتم؛ بدون مقاومت، لذت بردم، تا جایی که لمس کف پاهایم دیگر آزار دهنده نبود !!
و تجربه ی این حس ها برای من به عنوان شخصی که دراز کشیده و شخصی که کنسرتی بر بدن شخص دیگری برگزار می کند بسیار متفاوت بود!!
دو دنیای کاملا متفاوت !!
به نظرم، لئوناردو و والریو در برانگیختن احساسات و خاطرات شرکتکنندگان کاملاً موفق بودند. لحظهای که ویکتوریا به خاطر پایان زمان کارگاه با ناراحتی گفت «نه!»
استاکر ها پاداش خود را دریافت کردند!!!
- من به خانه آمدم، فیلم «استاکر» تارکوفسکی را دیدم و حیرانتر شدم؛ انگار کارگاه و فیلم در هم تنیده شده بودند و مرا به عمق بیشتری از خودم بردند.
این کارگاه، به باور من، چیزی بیش از یک رویداد هنری ست.
تردیدی ندارم که شروعی ست برای بیداری ایمان و نیروهای عظیم درونمان؛ مثل جابهجایی لیوانها توسط پاتریشیا، که شاید استعارهای از قدرتهای نهان ماست.
و این هدیه ی دیگری ست از Asinitas، استاکر ها(لئوناردو و والریو ) که در تاریکترین روزهای جهان ،
راهی روشن، هرچندباریک، برای ما به ارمغان می آورند.