Picnic sul ciglio della strada. Il laboratorio teatrale di Asinitas con DOM-

1 aprile
Dopo aver bevuto un tè caldo in un giorno ventoso, siamo entrati nella sala prove. Nostra – zona – ci aspettava, pronta per essere aperta. Siamo entrati tutti a piedi nudi. Ci siamo seduti in cerchio, Valerio e Leonardo sono andati al centro e ci hanno spiegato la pratica di oggi. Poi ci siamo divisi in gruppi di tre, abbiamo scelto un posto e abbiamo iniziato così:
Il primo viaggiatore, Walter!
Con gli occhi chiusi, in piedi, di spalle a me e Orlando, respira piano. Ci avviciniamo lentamente, come ombre silenziose. Io metto la mano sinistra e Orlando la destra sulla schiena di Walter, con delicatezza ascoltiamo il suo respiro con i palmi… il ritmo del suo respiro scorre nelle nostre mani.
Dopo un po’ togliamo le mani, ci mettiamo davanti a lui e creiamo una forma nel suo corpo:
uno gli apre le braccia, lui respira piano; l’altra gli fa puntare le dita, respira piano; poi le mani si allungano, respira, si piegano, respira, il collo si alza, …, il viso si abbassa… gli tolgo i capelli dalle spalle, …, lo piego dalla vita, …,lo facciamo stendere… mettiamo le sue mani sul petto, apriamo e chiudiamo le ginocchia…
Ora ci allontaniamo un po’ e lo guardiamo: come un sonnambulo che cerca i suoi sogni, prima ripete i movimenti a occhi chiusi con la memoria, poi apre gli occhi…
si alza da seduto e si mette in piedi. Fine! Walter sorride e ci ringrazia.
Il secondo viaggiatore, Orlando !
Con entusiasmo sceglie un posto sotto un raggio di sole, chiude gli occhi piano e io e Walter mettiamo le mani sulla sua schiena per sentire il suo respiro… Respira noi iniziamo.
Sicuramente ora Walter sa meglio di me cosa si prova a fare questo. Muoviamo le mani, le sue dita, il mento, gli passiamo le mani tra i suoi capelli ricci, poi scendiamo verso le ginocchia e i piedi. Lo facciamo sedere, poi stendere… Poso le sue mani a terra con delicatezza, in modo che tocchi la telo. Ci allontaniamo e ora tocca a lui: ripassa i movimenti a occhi chiusi, poi li apre… Alla fine, gli occhi di Orlando sono pieni di gioia ed eccitazione, e ci ringrazia.
Il terzo viaggiatrice, Zara!
Prima di iniziare faccio qualche respiro profondo e chiudo gli occhi per cominciare il mio viaggio.
Il primo movimento mi sorprende! Loro aprono piano entrambe le mie mani, mi sento come se stessi sbocciando.
Poi mi girano il viso verso la luce e mettono le mie mani fredde sulla pelle calda del mio viso… È un insieme di dettagli emotivi difficili da ricordare. Quando sono stesa a terra, tocca a me ripetere da sola, senza fermarmi, tutto quello che ho memorizzato…
Racconto così la storia che hanno creato per me senza saperlo: tiro fuori le mani da sotto la terra, cerco la luce, mi inginocchio, mi abbraccio e mi allungo verso l’alto come un fiore che sboccia… Una lacrima si ferma all’angolo dei miei occhi… li ringrazio.
Ora ci riuniamo e Leonardo vuole dividerci in due gruppi: uno con gli occhi chiusi sarà i viaggiatori e le viaggiatrici l’altro con gli occhi aperti osserverà, poi ci scambieremo.Ognuno prende posto, la musica inizia piano e noi cominciamo. Vedere il viaggio degli altri è bellissimo, alcune storie si leggono chiaramente nei corpi. Giulia è sdraiata nella neve bianca e guarda il cielo; Federica è come un uccello che apre le ali e vola cercando una melodia; Zainab è come un albero gentile e umile; Luca è come un feto nel grembo materno con movimenti leggeri; Marco, con un vestito tutto blu, è come un’onda lenta e pesante sotto un cielo soleggiato; Koli va incontro a tutti con le mani aperte; Ali sta in piedi con mani che accarezzano…
La musica finisce e dobbiamo aprire gli occhi! Dopo una breve pausa, è iniziata la seconda parte della pratica. Un cesto pieno di gomitoli colorati e tanti aghi sono stati distribuiti tra i ragazzi… Con l’esperienza del viaggio che abbiamo fatto, ora mettiamo i nostri sentimenti nei fili e negli aghi, li cuciamo sul tessuto e creiamo disegni. Parole, linee, poesie, forme, tutto quello che vogliamo.
Cuciamo, chiacchieriamo e condividiamo ricordi… Vicino a Giulia, Orlando, Marco, Walter e Valerio, mi metto a cucire.
Io parlo dei miei ricordi di lavoro in Iran, Orlando del suo lavoro di falegname e della storia del suo bel nome che ha scelto sua mamma, Giulia dice che vedere il tessuto le ricorda il pane e la farina, un’immaginazione così vivida e reale per me.
Parliamo del colore blu e delle sue sfumature…
Prendo il filo blu, lo passo nell’ago e diventa una linea, poi una forma… Cucio la mia storia, cuciamo le nostre storie, cuciono le loro storie.
Zara Kian